Quando ho scelto di andare in Sudafrica ad approfondire il tema della salvaguardia dell’ambiente tutti mi chiedevano: “Andrai a fare un safari, vero?”. La mia risposta? Negativa. Ho optato per un’esperienza alternativa: una full immersion nella natura attraverso il volontariato, ben oltre il classico safari!
Un contributo concreto alla salvaguardia dell’ambiente
Fare un safari in Sudafrica è il sogno di molte persone: lodge di lusso, tour organizzato all inclusive, jeep nuova di zecca e la garanzia – spesso vana – di immortalare i Big 5 da vicino, magari in una sola giornata.
Certo, è un’opzione. Ma a mio avviso lo scopo principale di un viaggio a contatto con la natura è la conoscenza della flora e della fauna locale attraverso il confronto con gli esperti del settore. In un safari, invece, si ottengono poche informazioni sugli animali; le uniche preoccupazioni sono di tornare a casa con un album fotografico invidiabile e di arrivare non troppo stanchi all’aperitivo servito al tramonto.
Per chi lo desidera, esistono delle alternative.
Le esperienze di volontariato per la salvaguardia dell’ambiente permettono di mettersi maggiormente in gioco. Io, ad esempio, ho scelto di “sporcarmi le mani” per imparare qualcosa in più sulla natura africana. Grazie ai progetti di volontariato che ho visitato, ho potuto approfondire diverse tematiche legate alla protezione animale. Inoltre, dato che un guardiaparco è un esperto di biologia ed ecologia che condivide le sue conoscenze con i visitatori, ho imparato molto sullo stile di vita e sulle abitudini di varie specie e soprattutto ho capito che il lavoro dei ranger è molto più complesso di ciò che immaginiamo.
Un’alternativa al safari: fare volontariato con i ranger
Spesso chi va in Sudafrica punta dritto al Kruger National Park senza farsi troppe domande. In realtà i parchi nazionali e le riserve private sono tantissime e molto diverse tra loro. Le due che ho visitato io, ad esempio, hanno delle particolarità che le rendono speciali e soprattutto permettono di svolgere diverse attività legate alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali.
Dinokeng Reserve
A un’ora da Pretoria e dall’aeroporto internazionale di Johannesburg, la Dinokeng Reserve è una riserva nata da pochi anni per volere del governo provinciale di Gauteng e di oltre 170 entusiasti proprietari terrieri. A differenza della maggior parte dei parchi naturali sudafricani, è volutamente situata vicino a centri abitati poiché un suo obiettivo è lo studio di un’armoniosa interazione uomo-animale.
Le mansioni che un volontario può svolgere in questa riserva naturale sono molte e molto interessanti. La principale è il bird count, durante la quale diversi gruppi di volontari raccolgono dati sugli uccelli avvistati o ascoltati, imparando così a distinguere le varie specie e i versi che emettono. Chi partecipa a un progetto di volontariato provvede inoltre allo smantellamento delle staccionate e delle reti che in passato definivano i confini delle diverse proprietà oggi riunite nella Dinokeng Reserve.
Greater Kruger Park, Balule Reserve
La Balule Reserve si trova a circa un’ora e mezza di strada da Hoedspruit e fa parte del Greater Kruger Park; non ci sono infatti recinzioni che la separano dal parco nazionale.
L’attività principale di questo progetto si svolge con le fotocamere posizionate all’interno della riserva naturale: essendo fotosensibili scattano diverse fotografie agli animali che vi passano di fronte; in questo modo è possibile studiare i loro movimenti, le zone che prediligono e soprattutto monitorarli.
Una seconda attività molto importante permette di censire gli animali presenti nel parco: quando se ne incontra uno si annotano latitudine e longitudine, ora, tipo di animale, sesso, età, stato di salute… tutte informazioni utili al controllo costante della fauna locale.
Scegliere il volontariato con gli animali marini
Optare per un progetto di salvaguardia dell’ambiente per scoprire in modo alternativo la bellezza del Sudafrica non significa necessariamente concentrarsi sulla flora e la fauna della terraferma.
Esistono dei progetti di volontariato legati al mondo sottomarino. Ad esempio a Sodwana Bay, una piccola località di mare che fa parte dell’iSimangaliso Wetland Park, patrimonio dell’UNESCO dal 1999.
Oltre ad essere conosciuta tra i subacquei come una delle più rinomate zone di immersione al mondo, Sodwana Bay è sede di un progetto di salvaguardia dell’ambiente marino dedicato anche a chi non ha esperienza di immersione. Le persone alle prime armi possono seguire un corso di sub e scoprire i suoi magnifici fondali marini in modo alternativo: partecipando alla raccolta di fotografie e dati scientifici condivisi poi su un database usato dai ricercatori.
Cosa si impara da un progetto di salvaguardia dell’ambiente in Sudafrica
Il Sudafrica mi ha permesso di conoscere meglio l’ambiente, la natura e i suoi animali, ma soprattutto mi ha dato una maggiore consapevolezza di quanto sia complesso il mestiere di chi ci lavora in modo professionale.
Inoltre, un viaggio solidale apre la mente, ma soprattutto aumenta lo spirito di adattamento favorendo la predisposizione al cambiamento.
Cambiamento è infatti per me la parola chiave di ogni viaggio: sono tornata a casa dalle mie esperienze di crescita intraprese in giro per il mondo sempre un po’ diversa e più cosciente; i viaggi hanno fatto sì che le caratteristiche più “timide” della mia personalità venissero a galla con estrema semplicità.
I viaggi solidali, in particolare, mi hanno permesso di cambiare prospettiva e mi hanno dato la possibilità di capire quali fossero le mie priorità e di ridimensionare quelle che pensavo essere difficoltà insormontabili.
In Sudafrica, poi, mi sono abbandonata alla potenza della natura e mi sono lasciata trasportare dai suoi suoni dimenticando sistemazioni di lusso e tecnologia, ingredienti perfetti per un viaggio indimenticabile.
Cosa fare per partecipare a un progetto di salvaguardia dell’ambiente
Come fare volontariato in Africa? Apparentemente non è facile trovare la struttura ospitante e un progetto di qualità in cui vengono accolti dei volontari. Se si conoscono i canali giusti, tuttavia, il percorso da compiere è più semplice di quanto ci si aspetti.
Invece di perdere tempo nel tentativo di organizzarsi in modo autonomo, è possibile affidarsi a un’agenzia specializzata nel settore. I passi da seguire prima di partire sono solo tre:
1. Si partecipa a un incontro informativo per capire il tipo di progetto che meglio soddisfi le proprie esigenze.
2. Si sostiene un colloquio motivazionale in inglese per sondare le competenze linguistiche e per comprendere quali siano le ragioni che spingono una persona a partire.
3. Si seguono le istruzioni che vengono date dall’agenzia circa la compilazione dei documenti necessari.
Facile, vero? Così facendo è l’agenzia ad occuparsi dell’iscrizione al progetto, a prenotare la sistemazione, il volo e le assicurazioni. Si raccolgono i consigli per un viaggio solidale di successo e si iniziano a sognare gli sconfinati paesaggi africani.
Photos by Jessica Binelli, team leader del programma Viaggi Solidali – WEP