Tornati da un anno all’estero, può capitare di vivere un shock da rientro e di avere qualche difficoltà nel riallacciare i rapporti con i propri amici. Arianna ci racconta come ha affrontato il suo.
Ciao Arianna, puoi presentarti?
Ciao! Sono Arianna Gnecco e ho frequentato un anno all’estero negli Stati Uniti, a Santa Clarita, vicino Los Angeles. Già mia sorella, prima di me, aveva passato un anno scolastico all’estero: l’averla vista così cambiata al suo ritorno mi ha convinta a partire. E devo dire che l’esperienza ha superato qualsiasi aspettativa.
E adesso che sei tornata, ti senti cambiata anche tu?
Molto. Mi sento più indipendente, responsabile ma soprattutto più sicura di me. Prima non ero così estroversa, tendevo a tenere tutto dentro. Ho imparato ad esternare le mie emozioni e a fare il primo passo, facendo venire alla luce aspetti del mio carattere che prima neanche conoscevo, e che mi sono stati utili al rientro in Italia.
Lo dici perché hai avuto qualche difficoltà nel reintrodurti nella quotidianità italiana?
Effettivamente è stato meno facile del previsto, specialmente per quanto riguarda le amicizie. Con la mia famiglia invece non ho avuto nessun problema, e con la scuola recuperare il programma si è rivelato più facile del previsto, anche grazie alla nuova attitudine allo studio sviluppata grazie al sistema scolastico americano, a cui sono debitrice.
Cosa intendi?
In America la mia visione della scuola è cambiata: non solo un posto dove studiare ma un punto di partenza verso il futuro. Il rapporto con i professori è diverso e si viene coinvolti in molte attività che vanno oltre la didattica. Una volta finite le lezioni, capitava di rimanere a scuola ma vivendola in modo differente.
E, una volta tornata, è stato difficile dire addio al modello scolastico americano?
All’inizio abbastanza. C’erano momenti in cui quasi non sopportavo la scuola italiana, ma con il tempo sono riuscita ad riabituarmici, concentrandomi sui suoi lati positivi. Ho sempre saputo che l’esperienza americana un giorno si sarebbe conclusa e che avrei ripreso la mia vita qui in Italia, e questo mi ha aiutata a mettere in prospettiva le cose.
Invece, per quanto riguarda la tua famiglia, ci dicevi che non hai avuto molti problemi, giusto?
Esatto. Il rapporto con i miei genitori è persino migliorato, una volta tornata. Adesso sono io la prima ad aprirmi con loro e raccontargli la mia giornata, mentre prima era più facile che mi tenessi tutto dentro. Ora è più naturale fare il primo passo, chiedere scusa o ammettere errori. Anche questo mi fa accorgere di quanto io sia cambiata.
Torniamo allo shock da rientro vissuto verso amici che hai ritrovato qui. Con loro è stato complicato riprendere i rapporti?
Purtroppo sì, inizialmente mi sentivo quasi un’estranea. Avevo la sensazione che la mia esperienza fosse percepita come una specie di vacanza e che molti si fermassero al livello superficiale dell’anno all’estero. Questo ha portato a isolarmi e ad evitare le uscite di gruppo. Ma è anche vero che io per prima ho rimesso in discussione molte delle amicizie che avevo. Una volta capito quanto fossi cambiata, ho iniziato ad analizzare le cose che non mi andavano più bene nei miei rapporti e le abitudini che non mi piacevano più.
“Mi sono resa conto di quali fossero le amicizie autentiche e quali quelle d’abitudine, che frequenti solo perché vedi ogni giorno.”
Quindi si può dire che l’esperienza all’estero ti abbia aiutato a valorizzare il concetto di amicizia?
Assolutamente. Sono riuscita a costruirmi un filtro tra le amicizie di circostanza e quelle vere, e questa consapevolezza mi ha aiutato nel riallacciare i rapporti con le persone a cui tenevo davvero. Ho ritrovato l’amicizia in persone che hanno cercato di capire la mia esperienza, andando oltre la percezione che si trattasse di una semplice vacanza. Mentre vivi un’anno all’estero è normale che ci siano cambiamenti da entrambe le parti e che questo possa inizialmente essere una barriera, ma nel giro di qualche mese il legame con le persone a cui tenevo è diventato persino più forte di prima.
C’è qualcosa che ti ha aiutata a rimetterti in gioco con le amicizie che volevi conservare?
Il mio soggiorno all’estero mi ha insegnato ad essere la prima a buttarmi. Durante l’anno negli USA ho dovuto spesso fare il primo passo, e una volta tornata non era più così difficile prendere l’iniziativa e parlare con qualcuno. Inoltre, ha aiutato riprendere il contatto con le persone singolarmente. Inizialmente, le uscite in gruppo non mi mettevano troppo a mio agio, nonostante fossero in compagnia di chi era mio amico da sempre. Uscire da sola con ognuno di loro è stata la chiave per ristabilire il nostro rapporto.
Che consiglio daresti a chi vorrebbe partire ma è un po’ intimorito dalla possibilità di perdere le sue amicizie durante l’anno all’estero?
Sicuramente gli direi che gli amici veri rimarranno. Forse ci vorrà un po’ di tempo per affrontare lo shock da rientro, ma alla fine sarete sicuri che i rapporti che ritroverete saranno i più sinceri. Per questo, il mio secondo consiglio è di concentrarsi sulla propria esperienza all’estero, mentre la si vive. Una volta lì, avere due vite parallele sarà difficile, ma starete vivendo un’occasione che non potete permettervi di non sfruttare al massimo. In fondo, se il rientro in Italia è più difficile del previsto, significa che l’anno all’estero è andato benissimo.