Vincenzo Isoldi
Creare una web serie durante un anno all’estero è uno dei modi di raccontare la propria esperienza in modo unico e davvero coinvolgente. Lo ha fatto Vincenzo, che ci racconta come è riuscito a racchiudere in una serie di video la sua avventura in UK.
Ciao Vincenzo! Ti va di presentarti?
Ciao, sono Vincenzo Antonio Isoldi e ho 18 anni! Circa due anni fa sono partito con WEP per un semestre all’estero in Inghilterra e ho vissuto a Southampton cercando di immedesimarmi quanto più possibile nella vita di un ragazzo del posto e immergermi in quella cultura. Grazie a WEP ho potuto portare con me una videocamera con la quale ho registrato i momenti più significativi della mia esperienza e farne una web serie.
Che cosa ha significato per te condividere la tua esperienza attraverso questa web serie?
È sicuramente un modo per ricordare e rivivere la mia esperienza, ma uno dei miei obiettivi principali è stato trasmettere la voglia di intraprendere un’avventura simile, capace di arricchire davvero tanto. Attraverso la mia web serie, pur cercando di divertire, ho provato a trasmettere il mio semestre in UK nella maniera più oggettiva possibile: l’entusiasmo della partenza, l’imparare una nuova lingua, il comprendere come si vive in una nuova cultura… e anche i “momenti no”, che è normale affrontare in un soggiorno del genere.
Puoi farci qualche esempio delle difficoltà che hai dovuto superare?
Ne ho incontrate di vario genere. Dalle più stupide, come fare la lavatrice o imparare a fare il nodo alla cravatta, alle più serie, dovute al relazionarmi con i ragazzi del posto. Ora ho amicizie fortissime, alcune anche più forti di quelle in Italia, ma integrarmi durante il primo periodo è stata una sfida. Un mese molto movimentato, ma che comunque non cambierei: mi sono sentito come in una serie TV, dove in alcuni momenti bisogna stringere i denti e risolvere dei problemi, ma alla fine ce l’ho fatta. In molti casi spesso la soluzione è, semplicemente, dialogare.
Tornando alla tua serie web, avevi in mente già dall’inizio quali episodi o tematiche l’avrebbero composta?
Vagamente, ma non avevo delle idee definite. Cercavo di cogliere quotidianamente quello che mi offriva l’esperienza: se vivevo un momento positivo o negativo, tendevo a raccontarlo.
Ti eri già cimentato con un progetto simile prima della partenza?
No, anche se mi piaceva girare dei video destinati a rimanere privati. Buttarmi in questa nuova esperienza insieme a WEP, che mi ha dato tutti gli strumenti per creare una web serie, mi ha aiutato a capire come raccontare la mia storia a un pubblico più vasto. Pian piano, cercavo di produrre qualcosa sempre migliore e adesso, riguardando i video, vedo già degli aspetti che potrei migliorare. Chiunque può cimentarsi in un progetto del genere e imparare strada facendo.
Quanto ha influito sul tuo semestre all’estero in Inghilterra raccontare attraverso una fotocamera ciò che stavi vivendo?
Abbastanza, anche perché prendere una fotocamera in alcuni momenti non è troppo piacevole. A volte vivevo situazioni che mi sarebbe piaciuto riprendere, ma che non volevo interrompere per farlo. Ho imparato a riconoscere cosa va registrato e cosa semplicemente vissuto.
Come è cambiata la tua vita sui social dopo la pubblicazione della web serie?
Fondamentalmente è rimasta la stessa, ma la vera novità è che ogni giorni nella mia chat Instagram arrivano domande da ragazzi che sono in partenza, soprattutto verso l’Inghilterra, dove mi chiedono informazioni sull’esperienza e sul funzionamento della scuola in Inghilterra. Essere contattato per dare dei consigli a persone che stanno per intraprendere la mia stessa avventura è davvero gratificante.
Che cosa consiglieresti a chi, come te, volesse raccontare l’avventura che sta per vivere attraverso una web serie?
So che può essere difficile, ma la cosa che consiglio in assoluto è quella di essere i più sinceri possibile e cercare di trasmettere le emozioni che si stanno provando in quel momento. Inoltre è preferibile registrare in un momento di serenità emotiva, altrimenti è facile che lo stress traspaia nel video, a meno che non si voglia raccontare proprio quello stato d’animo.
Dal punto di vista tecnico, raccomando di controllare sempre il microfono. Mi è successo svariate volte di scoprire la mancanza dell’audio solo a registrazione conclusa. Anche la luce è fondamentale: consiglio di filmare di giorno, di fronte a una finestra. Infine, di evitare rumori di fondo, cercando ambienti il più silenziosi possibile.
Di recente hai fatto nuovamente visita alla tua famiglia ospitante: hai avuto modo di produrre un nuovo video per l’occasione?
Sì, ho deciso di ritornare in Inghilterra durante le vacanze di Natale per trovare la mia host family e tutti gli amici con cui sono rimasto in ottimi rapporti, tanto da considerarli tra i migliori in assoluto. Ho deciso di registrare cosa si prova quando un exchange student torna nel suo paese ospitante dopo un lungo periodo. È stato davvero bellissimo e denso di cose da raccontare, come le facce sorprese di chi mi rivedeva dopo due anni!
E adesso, arrivati al termine di questa web serie, come riassumeresti il perché sia valsa la pena raccontare la tua avventura?
Lo rifarei senza pensarci anche solo perché potrei convincere un ragazzo, o la sua famiglia, a partire! È il mio obiettivo principale: chiunque dovrebbe vivere questa esperienza che, anche se ho provato a raccontare, rimarrà indescrivibile finché non la si vive.