“Sopporterai le temperature in Finlandia? Ti abituerai alle poche ore di luce in Finlandia?”: ecco le domande che tutti mi facevano prima di partire per quella che sembrava una meta inaffrontabile. Ma quello che ho scoperto è che una terra apparentemente inospitale ha tanto da insegnare.
Un semestre all’estero per abituarsi al buio
Poco è più scontato del giorno e della notte. Siamo tutti abituati a dividere la giornata in due metà più o meno uguali. Ci svegliamo, andiamo a scuola o al lavoro, in palestra o al corso di musica, torniamo a casa, ceniamo e andiamo a letto. È la cosa più naturale e automatica del mondo, no?
Non in tutti i Paesi. Ad esempio, le ore di luce in Finlandia sono poche o tante a seconda della stagione scelta.
Sono arrivata in Finlandia in inverno. La prima cosa vista dall’aereo è stata una grande luna argentata che illuminava un bosco di conifere e pini innevati. Erano le 5 del pomeriggio ed era buio, un aspetto che avrebbe condizionato la mia intera avventura. Entravo a scuola con il buio e uscivo con il buio, vivendo in spazi perlopiù chiusi con la luce perennemente accesa: alle 9 del mattino, alle 3 del pomeriggio, alle 6 di sera.
Le ore di luce: un aspetto da non trascurare
Quello della luce è un elemento spesso sottovalutato nella scelta di una destinazione per un semestre all’estero, ma che può influire molto più del previsto sulle nostre abitudini. In Finlandia, in inverno mi ritrovavo addormentata alle 8 di sera, ma in estate, che invece è molto luminosa, erano sufficienti 5 ore di sonno per ricaricarmi! Spesso ero operativa in orari improbabili, leggendo un libro alle 5 del mattino, prima di andare a scuola, o passeggiando per strada alle 11 di sera.
Ho imparato a non farmi influenzare negativamente dalle poche ore di luce in Finlandia. Per farlo, ho provato diversi stratagemmi, come quello di trovare nuovi interessi. Prendendo spunto dai finlandesi, che adorano il bricolage, il decoupage e il lavoro a maglia (le mie compagne di scuola sferruzzavano in ogni momento libero), ho realizzato diversi oggetti fatti a mano dando libero sfogo alla creatività. Non è un caso che il Nord sia la patria del design!
Le temperature e il clima in Finlandia
Vivere in Finlandia in inverno è sembrata inizialmente una scelta infelice per un’italiana “con il sole dentro”. La temperatura media era di -27°C: un freddo secco, pungente, diverso da quello alpino. Persino a marzo, quando si pregusta la primavera, si sfioravano ancora i -15°C. Solo a maggio, con i suoi 20°C, la gente si riversa in strada per godere i benefici della bella stagione dopo i bui e freddi mesi invernali.
Per affrontare i mesi più difficili, i finlandesi hanno diversi metodi a loro disposizione. Uno di quelli che ricordo con più piacere è il passare dagli 80°C di una sauna finlandese ai -40°C dell’acqua in un buco scavato in un lago ghiacciato. Contro ogni aspettativa, questo non provoca la morte immediata ma una scarica di adrenalina incredibile, che poi si trasforma in un piacevole senso di benessere e relax.
L’abbigliamento per affrontare il clima in Finlandia
Ovviamente, l’abbigliamento è una delle cose che più vengono influenzate dal luogo in cui ci si trova. In Italia, vivevo in una zona di montagna e in inverno un cappotto e un maglione erano più che sufficienti per non patire il freddo. Insomma, a casa mia per prepararmi e uscire non impiegavo più di 5 minuti. Per non patire eccessivamente le temperature in Finlandia, invece, dovevo calcolarne almeno 15.
I capi d’abbigliamento necessari? Canottiera, dolcevita, felpa, giacca, collant 100 denari, calze al ginocchio, scarponcini, sciarpa, guanti e cappello. Guai dimenticarlo: senza, la dispersione del calore corporeo è addirittura dell’80%. L’unico centimetro quadrato di pelle scoperta, ovvero la punta del naso, si ricopre di una leggera brina non appena si apre la porta di casa. L’aria fredda gela sulle narici e l’aria calda che ne esce fa condensa trasformandosi in acqua. Conseguenza? Naso che cola, perennemente. Ecco che anche il fazzoletto diventa un accessorio indispensabile.
Cosa ho imparato dal mio semestre all’estero
La mia esperienza in Finlandia mi ha permesso, al ritorno, di mettere in valigia più di quanto avessi portato: la capacità di cambiare prospettiva, un maggiore senso critico e, soprattutto, una forte attitudine all’adattamento. Competenze preziosissime, anche nel mondo del lavoro, e che non si imparano tanto sui banchi di scuola quanto confrontandosi con situazioni sfidanti.
Da lì in avanti, queste mi hanno permesso di vivere meglio, con maggiore apertura mentale e meno rigidità. In Finlandia ho imparato ad abituarmi naturalmente a ritmi non miei, a vivere nel presente e a non lasciarmi intimorire dalle avversità, diventando una viaggiatrice ancora più completa.
Una sfida per crescere
Se stai pensando di partire verso una meta climaticamente impegnativa, magari proprio per un anno all’estero, non lasciare che questo ti spaventi: anche se all’inizio potrà sembrare difficile affrontarla, non scoraggiarti. Immergersi in realtà completamente diverse da quelle a cui siamo abituati dà una spinta pazzesca e fa crescere al doppio della velocità. Tanto più se si sceglie la Finlandia, il Paese che gode del miglior sistema scolastico al mondo.
E poi magari si scopre che si preferisce la neve alle onde del mare, che camminare scalzi a scuola dà un grande senso di libertà, che un sabato sera sul bob è più divertente di una serata in discoteca. Anche a 18 anni, perché si ride molto di più.
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