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Il programma scolastico all’estero è un’avventura che si può fare solo una volta nella vita. Perché fare l’anno all’estero? Perché non ha nulla a che fare con l’Erasmus o un’esperienza lavorativa in un altro Paese e non solo per l’età: condividere per molto tempo la quotidianità con una famiglia ospitante quando il futuro è ancora tutto da disegnare è un’opportunità unica che una direzione al proprio futuro. I motivi per fare l’anno all’estero sono tanti. Scopriamoli insieme!

Ce lo spiegano chi lavora quotidianamente con i ragazzi che hanno scelto di vivere questa esperienza e chi l’ha sperimentata sulla propria pelle. Tutti sono d’accordo su una cosa: immergersi in una realtà diversa da quella a cui si è abituati fa sì che si torni più maturi e malleabili, meno autoreferenziali e insicuri.  

Lasciamo loro la parola per capire quali sono i reali motivi per cui vale la pena partire e quindi perché fare un anno all’estero.

I 10 motivi per fare l’anno all’estero

1

Conoscersi meglio

Una delle ragioni per fare l’anno all’estero è conoscersi più in profondità prendendo le distanze da un’immagine cristallizzata che si ha di se stessi. Quante volte capita di dire “Sono fatto così, non ci posso fare niente”? È normale, la routine favorisce la rigidità mentale e la chiusura al cambiamento. Confrontarsi con persone nuove permette di scoprire caratteristiche che non si sapeva di possedere. Un’esperienza all’estero è una full immersion nel proprio io e nei suoi aspetti più nascosti 

Durante il programma scolastico all’estero ci si confronta concretamente con un nuovo modo di vivere, nuove mentalità e modi di ragionare, nuovi modelli educativi e formativi (le materie e le attività proposte a scuola sono diverse). La quotidianità acquisisce un'altra consistenza che si traduce in una diversa conoscenza del mondo e di se stessi. Si impara a relativizzare, a decentrarsi. E così si scopre quali sono i reali interessi, i sogni e i gusti personali. Si diventa più consapevoli, una caratteristica che credo possa aiutare a realizzarsi nella vita.”

YariConsulente programmi WEP
Due ragazze bionde sorridono alla fotocamera. Indossano una toga blu con colletto bianco e unl tocco blu. In mano tengono il diploma rilasciato dalla scuola
Due ragazze e sei ragazzi in abiti eleganti posano intorno a una scritta luminosa che riporta la scritta 2023 in occasione del ballo di fine anno

2

Crescere

Un’altra ragione per fare l’anno all’estero è raggiungere una maggiore maturità. Lontano da casa, non ci si può affidare ai soliti punti di riferimento: i genitori e gli amici di una vita sono a migliaia di chilometri di distanza. Bisogna imparare a sbrigarsela da soli, scegliendo come comportarsi e reagire in ogni situazione. Certo lo si può fare con il supporto della famiglia ospitante, dei professori e dei nuovi compagni di scuola, ma forse per la prima volta si è davvero protagonisti della propria vita. Durante un programma scolastico in un altro Paese ci si responsabilizza più velocemente.  

L’esperienza all’estero aiuta gli studenti ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte senza avere rimpianti laddove il risultato non sia quello che si aspettavano. Fin dal primo giorno con la famiglia ospitante, i ragazzi devono creare un equilibrio che permetta di instaurare rapporti positivi e devono costruirsi un quotidianità scolastica in un ambiente sconosciuto. Le difficoltà ci sono, e sempre ci saranno, e questo li porta a valutare e a confrontarsi come mai avevano fatto in Italia, facendo principalmente affidamento sulle proprie forze.”

IsabellaCoordinatrice team operativo WEP

3

Aumentare l’autonomia

Il terzo motivo per fare l’anno all’estero è stimolare l’indipendenza, sia a livello pratico che decisionale. Da una parte si gestisce la quotidianità in completa autonomia, dall’altra si sperimenta più frequentemente la scelta. Un esempio concreto? Decidere quali materie inserire nel piano di studi e costruire il calendario scolastico, cosa che non succede in Italia. A pari passo ne trae giovamento anche la capacità organizzativa. 

Ricordo perfettamente la prima lavatrice che ho fatto in Inghilterra. La prima difficoltà è stata scegliere tra le tantissime tipologie di detersivi che avevamo in casa. Poi mi sono dedicata all'ammorbidente pensando bastasse riempire la vaschetta piccola. Un tappo, due tappi, tre tappi... Visto che la vaschetta non si riempiva mai ho pensato di versare l'ammorbidente direttamente dalla bottiglia. Ho chiesto aiuto alla mia mamma ospitante quando la confezione era mezza vuota. Non vi dico per quanto tempo ha riso di fronte alla situazione. Il mio regalo di Natale? Una bella bottiglia formato famiglia di ammorbidente!! La morale di questa storia: provare, buttarsi, non tirarsi indietro davanti alle difficoltà, grandi o piccole che siano. Chiedere aiuto se necessario e... ridere a crepapelle delle avventure vissute. Io lo faccio ancora dopo tanti anni.”

MarziaAnno in Gran Bretagna
In primo piano un ragazzo seduto. Un bellissimo lago ghiacciato color verde acqua con un cielo grandissimo azzurro con nuvole bianche. Sullo sfondo montagne con spruzzi di neve

4

Guadagnare fiducia in se stessi

Un’altra cosa che si impara con l’anno all’estero è essere più amorevoli con se stessi. Sbrigarsela da soli per provare a farcela sulle proprie gambe e confrontarsi con i propri punti deboli rafforza l’autostima. Fuori dall’Italia si capisce di essere speciali, con i propri pregi e difetti, passioni e talenti. Si capisce nel profondo che ognuno è degno di essere ascoltato e amato nella sua unicità.  

Se aspetti che smetta di piovere, non uscirai mai. Prendi l’ombrello, mettiti il cappuccio e vai.” Ecco cosa mi ha detto la mia host mum Rose a 3 settimane dal mio arrivo. Un incitamento e un augurio che è stato il motore della mia esperienza in Irlanda. Ho sempre pensato di non essere in grado di fare che poche cose; e invece all'estero ho scoperto di saper cantare (nel coro della scuola ma anche da solista), giocare a scacchi, fare la pizza in una vera pizzeria a Cork. Ho imparato che bisogna avere coraggio e credere in se stessi: ora mi lancio sotto la pioggia e non ho paura di bagnarmi.”

GiulianoAnno in Irlanda

5

Sviluppare il pensiero critico

Durante l’anno all’estero si stimola anche la capacità di riflessione. Sperimentare un sistema scolastico diverso, ad esempio, permette di valutare i pro e i contro della scuola italiana e di quella del Paese ospitante. Vivere all’estero permette di vedere con occhi diversi l’Italia stessa e la sua cultura. Più in generale, in un altro Paese si allena l’abilità ad analizzare in modo obiettivo le situazioni; si sviluppano l’apertura mentale e la curiosità, oltre alla capacità di considerare diverse prospettive e punti di vista.  

Durante un viaggio con la mia host family lungo la costa australiana, mi è successo che la sorellina di dieci anni si lamentasse con i genitori per il fatto che comparissi sempre nelle foto di famiglia. Lì per lì, il suo commento mi spiazzò, ma poi compresi che entrare a far parte di una famiglia e inserirsi nella loro quotidianità è qualcosa che ha una portata enorme. Tutti abbiamo bisogno di luoghi e tempi solo nostri, intimi, personali. E così mi feci da parte e mi offrii di scattare la foto. Ancora oggi, quando mi trovo a vivere qualcosa che non mi fa sentire a mio agio, penso alla mia sorellina australiana e al suo insegnamento: basta comunicare con gentilezza le proprie emozioni per trovare l’equilibrio con gli altri.”

GiovanniSemestre in Australia

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6

Potenziare il problem solving

La sesta ragione per fare l’anno all’estero è di rafforzare la capacità di risolvere problemi. Con la famiglia ospitante ci potrebbero essere delle incomprensioni, così come con i compagni di scuola. Uscire dalla comfort zone aiuta a trovare soluzioni creative, a convivere più serenamente con la frustrazione e a trovare tattiche per vivere in armonia con gli altri. Insomma, insegna ad essere più resilienti e a vedere il positivo anche negli eventi avversi.

Nelle esperienze di studio all’estero i ragazzi maturano la vera valenza del problem solving, che non è tanto puntare l’attenzione sul “problem” - tentazione a volte presente nelle nostre rassicuranti zone di confort in cui altri possono occuparsi per noi di ciò che non va - ma sul “solving”, dove se non ci prendiamo carico di quanto sta succedendo in prima persona, difficilmente risolviamo la criticità.

Luca è un ragazzo che con l’entusiasmo ha nutrito il suo sogno americano, fatto di film d'azione e serie TV dove giovani attori sbarbati vivono i ritmi rilassati di un'adolescenza tra divanetti di pub, scuola e appartamenti, e dove l’adulto è solo di sfondo. Al suo arrivo in un paese del Missouri si trova di fronte a uno scenario un po’ diverso.

Una casa nel nulla, una scuola distante 45 minuti di bus, tanti sorrisi di accoglienza ma poi poco da fare… La noia è in agguato e languisce le prime giornate di tarda estate di Luca, finchè un pomeriggio, guardando fuori dalla finestra della cameretta, scorge un lago. Niente di che, il laghetto di Avigliana dove vivono i nonni è ben più suggestivo, ma certamente un polo attrattivo per uccelli, insetti, pesci e dunque pescatori. Non ci sarà giorno che Luca non passerà sulle sponde di quel lago a conoscere e a imparare le tecniche dello sport della pesca, condividendo questa nuova passione con pescatori, inaspettatamente anche coetanei.”

SerenaPsicologa WEP

7

Stringere amicizie internazionali

Lanno all’estero è una splendida occasione per conoscere persone che ti accompagneranno per tutta la vita. Prima di tutto la famiglia ospitante, ma anche i compagni di scuola, i vicini di casa o le persone che incontrerai partecipando ad attività di vario tipo. Il Paese di destinazione diventerà una seconda casa e un luogo del cuore fatto di sorrisi, abbracci e chiacchiere arricchenti. Inoltre si capisce chi è veramente indispensabile nella propria cerchia di rapporti: dall’altra parte del mondo si scopre quali sono le persone che contano. 

Le relazioni sociali sono molto importanti per me. Una cosa che mi ha aiutato a stringere nuove amicizie, in America, sono state le brutte figure. Proprio così! Il primo incontro con la famiglia ospitante è stato cadendo dalle scale mobili nell'area arrivi, ancora in aeroporto. Di lì mi hanno subito preso in simpatia. Il mio primo gruppo di amici l’ho conosciuto cadendo dalle scale mentre andavo alla mensa. Ho conquistato la mia classe di inglese perché, non riuscendo a spiegare bene in inglese la trama di un libro che avevo letto, ho iniziato a gesticolare e ad imitare i personaggi. Quando ci si trova dall'altra parte del mondo bisogna saper ridere di se stessi, avere un pizzico di coraggio per fare il primo passo e avere fiducia negli altri. Dalle situazioni imbarazzanti ho costruito rapporti indissolubili.”

MatteoAnno in USA
Giovani adolescenti in divisa sportiva posano per una foto di gruppo sulla pista da corsa del campo di allenamento, all’aperto. Sono sorridenti e affiatate
Quattro giovani con pantaloncini e magliette a maniche corte si divertono sullo skate su una strada di asfalto scuro dritta che taglia un bosco di alberi verdeggianti
Un’adolescente con capelli lunghi e lisci biondi e toga blu elettrico sorride durante la festa del diploma di una scuola americana. In mano tiene il tocco e un fiore

8

Scoprire nuove passioni

L’ottavo motivo per scegliere un programma all’estero è sperimentare un sistema scolastico diverso: frequenterai nuove materie, sport e attività ricreative non presenti nel percorso formativo italiano. Potresti quindi scoprire un nuovo interesse per l’ingegneria meccanica o il fashion design, oppure per il musical o il football americano.

Negli ultimi anni ho osservato un aumento del numero di alunne e alunni che scelgono di fare il semestre o l'anno in altri Paesi dell'Unione Europea o di altri continenti. Ciò che ho notato è che gli stili didattici ed educativi che i ragazzi hanno occasione di scoprire grazie alla frequentazione di scuole estere risvegliano nuove curiosità e permettono di conoscere degli hobby. Ricordo in particolare l'esperienza di un allievo tornato con un grande interesse per le materie scientifiche, sviluppato proprio in Germania.”

CamillaProfessoressa di tedesco al Liceo statale G. Ancina di Fossano

9

Impadronirsi di una nuova lingua

Appropriarsi dell’idioma del Paese ospitante è senza dubbio uno degli obiettivi che si perseguono quando si decide di iscriversi per un anno all’estero. Migliorare la produzione e la comprensione, sia scritta che orale, più che come si farebbe con un semplice corso: una full immersion prolungata, tanto più se vissuta in giovane età, fa che la lingua si sedimenti e non si dimentichi per il resto della vita. Che sia l’inglese o il tedesco, lo spagnolo o il francese, si diventa quasi madrelingua e si può usare questa nuova competenza in diverse circostanze, in primis nel mondo del lavoro.

Si sente spesso dire che il vocabolario dei ragazzi è limitato: ripetono espressioni che trovano in rete, che usano gli amici, che leggono sui social. Ma se si chiede loro di esprimersi, di parlare di sé e raccontare chi sono, nel profondo, facilmente faranno scena muta.

Durante l’anno all’estero, i giovani sviluppano in modo del tutto spontaneo grandi competenze linguistiche. Non solo perché apprendono una seconda lingua, ma anche perché imparano a padroneggiare codici comunicativi diversi. Acquisiscono la “capacità di comprendere, esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta in una gamma appropriata di contesti sociali e culturali a seconda dei desideri o delle esigenze individuali” (Raccomandazioni Consiglio Europeo Maggio 2018). In poche parole fanno propria la competenza multilinguistica.

Con questa nuova competenza in tasca sanno apprezzare maggiormente le potenzialità della lingua, consapevoli che la comunicazione, il dialogo e la comprensione arricchiscano la vita.”

EsterResponsabile Progetti Scuole WEP
Una ragazza sorridente in primo piano, con il fratello e il papà, tutti vestiti di rosso e con ponpon bianchi e rossi, tifano allo stadio la loro squadra di football del cuore
23 ragazze disposte su 2 file, tutte con divisa sportiva bianca e numero stampato, alcune con boa grigio intorno al collo, posano al bordo del campo da gioco

10

Imparare a vivere nel presente

Il decimo motivo per fare l’anno all’estero è stare nel qui ed ora senza proiettarsi sempre nel futuro. Si capisce che valorizzare i piccoli avvenimenti quotidiani e cogliere le opportunità che si presenteranno è la giusta attitudine per affrontare ogni giorno, non solo all’estero! In poche parole, si impara a vivere meglio. 

Uno dei personaggi a mio avviso più interessanti del Piccolo Principe è il geografo, una figura che si fa raccontare le cose vivendole di riflesso, mai in prima persona, come invece fa l’esploratore. I ragazzi sono “bombardati” da vite riflesse: i social, gli influencer, le serie televisive, le aspettative che i genitori hanno su di loro… e faticano a stare nel presente. Per questo andare lontano, prendersi uno spazio proprio e concentrarsi su ciò che si fa da soli ogni giorno è importantissimo. Vivere a pieno il luogo in cui ci si trova e le persone che si incontrano è un grande traguardo che dà la possibilità di conoscere parti di se stessi che nemmeno si sapeva esistessero.”

YariConsulente Programmi WEP

Sei pronto a partire per l’anno all’estero?

In questo articolo abbiamo riassunto perché fare l’anno all’estero cambia la vita, anche se i motivi per fare un anno all’estero sono molti di più di quelli che hai letto qui. Solo vivendo un programma scolastico in un altro Paese si capisce davvero il valore di una simile esperienza. Una volta tornati, si è più pronti ad affrontare con maggiore consapevolezza e sicurezza ciò che la vita riserva. Si acquisiscono nuove capacità e si esplorano opportunità che nemmeno si sapeva esistessero con una determinazione prima sconosciuta e un entusiasmo contagioso. Insomma, l’anno all’estero è un sogno che vale la pena di trasformare in realtà! 

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Elena Arneodo

Author Elena Arneodo

Racconto il mondo WEP e dei nostri ragazzi. Ho alle spalle un anno all’estero in Finlandia, corsi di lingua in Spagna e UK, esperienze da teacher assistant in Austria e coordinatrice di gruppi in molti Paesi del mondo: amo le nuove prospettive.

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